CASO STUDIO DI: STEFANO

Da contadino a poeta: la rinascita di Stefano con il Metodo

A 24 anni sono andato in India, cercavo quell’illuminazione, leggevo di tutto, lama tibetani. Ho incontrato Osho, tutti i migliori del mio tempo.

Ma ero arrabbiato, rimaneva tutto uguale.

La prima sessione che ho fatto ho scoperto che non potevo essere felice,

perché avevo disatteso le aspettative dei miei genitori.

Abbiamo tutti, da qualche parte dentro di noi, l’idea di chi dovremmo essere, ma non sempre corrisponde alla nostra. È un’immagine ereditata, dai genitori, dalla scuola, dal paese in cui siamo nati.

Per Stefano sin da piccolo significava solo una cosa, trovare l’illuminazione.

"Leggevo i breviari della chiesa, volevo diventare un santo, avere un posto in prima fila con Dio, Signore, Gesù."

In quella terra in provincia di pavia faceva l’agricoltore, ma nel cuore portava un bisogno profondo, urgente, di dare un senso alla sua esistenza. La vita come si dice tra spirituali gli ha risposto, con un gravissimo incidente con il trattore, quel trattore che in realtà lo salverà.

"Mi sono spaccato giù tutto, mi manca un pezzo qua, un pezzo là, e da lì in poi la mia vita è cambiata."

Non c’era più spazio per continuare come prima e lì è iniziata davvero la sua ricerca, basata sull’istinto, sul desiderio di entrare in contatto con sé stesso. A 24 anni è partito per l’India inseguendo guri, maestri e illuminati, da Osho a Muji.

"Non era una cosa chiara cosa cercavo. Andavo molto a feeling, a quello che sentivo che mi tirava dentro. Sono andato in India la prima volta girandoci intorno. Poi ci sono tornato, avevo 28 anni."

Nonostante gli incontri, le meditazioni, i viaggi, qualcosa ancora mancava. E anno dopo anno la sua rabbia cresceva, perché non c’erano mantra o parole speciali che potessero trasformare la sua esistenza. Dentro aveva ancora un dolore nascosto nell’anima, qualcosa che arrivava da lontano.

Non riusciva a sentire quella pace di Dio, ma solo una rabbia violenta e che nessun maestro riusciva davvero a sciogliere.

"Mi aspettavo che succedesse qualcosa di eclatante, che andassi in paradiso come quando ero piccolo e non succedeva."

Tutto è cambiato nel luogo più inaspettato, nel suo paesino d’infanzia, dopo aver viaggiato il mondo alla ricerrca dell’illuminazione. Fino a quando, un giorno qualsiasi, al Castello del Gioioso, si è imbattuto in qualcosa di completamente diverso.

"C’era una mostra al Castello del Belgioioso, con un mercatino dei libri e uno che aveva fatto un intensivo mi ha costretto a comprare il libro. Io non volevo prenderlo, non mi prendeva. Poi non so come mai, ma sono finito a un Senzamente Day a Milano. Mi ha sconvolto."

Stefano, da quel giorno, ha iniziato un nuovo tipo di viaggio: nessuna filosofia, nessuna teoria, nessuna fede, solo sentire le sensazioni del corpo. Fino a ricongiungersi con la sua essenza più profonda, quella di poeta, quella di una persona che sa come raccontare la meraviglia di questa esistenza con le parole dell’anima.

"Entrare in contatto con me stesso, scoprire un mondo che non credo abbia fine. Non è neanche togliere i loop. È far conoscenza con te. E poi le cose si sedimentano da sole. Ho iniziato a scrivere poesie. Prima non avevo mai scritto nulla. Ora sono più di 2.500. È partito l’embolo. È venuto fuori. Una fontana che non si ferma più."

La mia storia

Mi chiamo Stefano e arrivo da un paesino della Pianura Padana sul Po, Belgioioso (Pavia) e ho fatto l'agricoltore tutta la vita.

Già da piccolo leggevo i breviari della chiesa, volevo diventare un santo, avere un posto in prima fila con Dio, Signore, Gesù.

Poi sono diventato adolescente, ho cominciato a diventare rimbambito, a fare delle cose inconsulte fino a quando ho fatto un incidente quasi mortale con un trattore. Mi sono spaccato tutto, mi manca un pezzo qua, un pezzo là.

Da lì in poi la mia vita è cambiata. Ho cominciato ad andare nell’altra direzione.

Non era una cosa chiara cosa cercavo. Andavo molto a feeling, a quello che sentivo che mi tirava dentro. Infatti, sono partito per l’India, per Osho, ma non perché ci ragionavo, ma perché mi sentivo tirato dentro.

Sono andato in India la prima volta a 24 anni, poi sono tornato a 28.

L’ho conosciuto Osho, ricordo che c’erano due guardie quando entravi dove parlava che ti annusavano, perché era allergico agli odori, ai profumi. Quando sono tornato dall’India, però, ero arrabbiato, perché mi aspettavo che succedesse qualcosa di eclatante, tipo che andassi in paradiso o che mi illuminassi e, invece, non succedeva nulla.

Continuavo a covare rabbia dentro, ma non mi sono arreso e ho continuato la mia ricerca. Ho trovato anche Muji, sono andato con lui in Inghilterra, India, ho fatto un bel po’ di giri. Stavo nella ricerca di questo cambiamento.

Sono arrivato al Metodo perché al Castello del Gioioso c’era una mostra, c’era una libreria, e uno che era venuto a fare un intensivo mi ha costretto a comprare il libro. Io non volevo, poi non so come mai sono finito a un Senzamente Day a Milano.

È stato bellissimo, sono rimasto fulminato da quello che c’era intorno; mi sono sconvolto. Infatti, sono venuto il giorno dopo a Brescia, e poi un’altra volta a Bologna. Ho fatto 4-5 tour.

Il primo intensivo non avevo i soldi e ho venduto un trattore per farlo.

Dopo averti conosciuto il Metodo sono tornato in India e mentre ero nell’ashram di Sadhguru, continuavo a seguire i webinar di Magrin.

Durante la prima sessione ho vomitato l’anima.

Ho scoperto che non potevo essere felice perché avevo disatteso le aspettative dei miei genitori.

Ho visto il mondo.

La cosa più forte? Entrare in contatto con me stesso e scoprire un mondo che non credo abbia fine. Non è neanche togliere i loop, è far conoscenza con te. Una volta che conosci, che sei abbastanza onesto e abbastanza umile per conoscere le parti che ti compongono, crei già una distanza con quello che prima non vedevi. E non c’è bisogno di togliere niente, è tutto perfetto così. Le cose si sedimentano da sole. Ho imparato ad avere fiducia, coraggio, pazienza per accettarmi. La parola magica è accettare. Anche quando sei in una situazione di stallo… accetta che sei in quella situazione lì. Se accetti, implodi. L’ego implode. Allora passi attraverso anche lì.

Il Metodo è una psicanalisi al contrario. Attraversi senza sapere leggere né scrivere, entri nel dolore, lo attraversi e poi capisci cosa è successo. È come fare una seduta di psicoterapia, ma senza perdere anni a raccontare come stai. Arrenditi a ciò che sei. E se non ci riesci, arrenditi al fatto che non riesci ad arrenderti. Continua a tornare indietro, continua a sentire la sensazione, continua a essere qua.

C’è stato solo un effetto collaterale: ho iniziato a scrivere poesie.

Quante ne avevo scritte prima del Metodo? Zero.

È partito l’embolo, ora sono 2.500.

È venuto fuori, una fontana che non si ferma più.

SITUAZIONE PRIMA DEL METODO

  • Cercavo risposte fuori da me, senza mai trovarle veramente

    Vivevo nel passato, nei miei ideali e nelle aspettative familiari senza saperlo

  • Avevo conosciuto i più grandi maestri, ma sentivo ancora un vuoto

  • Pensavo di dover “fare qualcosa di grande” per essere degno, del Regno di Dio

  • Reprimevo il dolore ed ero arrabbiato, perché non trovavo quell’ illuminazione

RISULTATI OTTENUTI GRAZIE AL METODO

  • Ho scoperto che ogni giorno posso incontrarmi nel profondo

  • Non devo più dimostrare nulla, a nessuno

  • Vivo ogni emozione con autenticità, anche il dolore

  • Scrivo poesie che mi sorprendono, che parlano di me

  • Ho capito che non c’è niente da correggere: sono perfetto così come sono

Come ha applicato il Metodo Magrin Stefano per ottenere questa trasformazione di successo?

  • Ha partecipato agli intensivi, agli eventi dal vivo, anche vendendo un trattore per esserci

  • Ha iniziato a praticare il Metodo ogni giorno, entrando nelle sensazioni, sentendo il dolore

  • Ha sciolto i loop profondi legati alla sua famiglia e alla sua identità

  • Ha accettato anche le sue zone d’ombra imparando a non giudicarsi

  • Ha lasciato emergere la sua creatività nascosta diventando poeta

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Andrea Magrin non è né un medico, né uno psicologo. E’ l’autore di questo sito e non dispensa consigli medici né prescrive l’uso di alcuna tecnica come forma di trattamento per problemi fisici e medici senza il parere di un medico o uno psicologo, direttamente o indirettamente. L’intento dell’autore è semplicemente quello di offrire informazioni di natura generale per aiutarti nella ricerca del benessere fisico, emotivo e spirituale. Nel caso in cui usassi le informazioni contenute in questo sito per te stesso, che è un tuo diritto, l’autore non si assume alcuna responsabilità delle tue azioni. In caso di dubbi, ti consiglio di consultare prima il tuo medico o il tuo psicologo. La metodologia “METODO MAGRIN” è una attività professionale svolta ai sensi della legge 4/2013